Danzaterapia tra Oriente ed Occidente
Cicli di vita
dalla Introduzione alla Tesi di E.Cerruto per il Master in DMT Paris Descartes Sorbonne Nouvelle (2014).
La vita é breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea, l'esperimento malcerto, il giudizio difficile.
(Ippocrate, Aforismi)
Spesso i danzaterapeuti lavorano con pazienti che vivono in situazioni di grande sofferenza e vengono a contatto con patologie gravi che talvolta conducono gli utenti alla morte.
Sono necessarie competenze specifiche che permettano di sostenere la sofferenza (coping ) ma anche di attivare delle risorse che permettano la resilienza. La capacità di supportare delle situazioni emozionalmente difficili é un punto chiave fondamentale per il danzaterapeuta.
La Supervisione facilita lo svolgersi della pratica in una dimensione di apertura senza aspettative e senza che il controtransfert somatico diventi un impedimento; quest'ultimo é, al contrario, mezzo di comprensione. Una delle finalità della supervisione é di aiutare il terapeuta a ritornare ad uno stato di vuoto mentale che permetterà l'emergere di concezioni sulla malattia e sulla vita nuove per lui, non ancora presenti nella sua esperienza e nel suo bagaglio culturale. Sapersi mettere al posto dell'altro vuol dire anche sapersi spogliare di ogni pregiudizio o paura personale che rischiano di essere proiettate sul paziente. La capacità di supportare delle situazioni difficili sul lavoro sarà messa in relazione con la possibilità di stare nella sospensione forse senza soluzioni perché in effetti, restare nell'attesa e accettare il tempo di una lenta germinazione è già una soluzione. Restare in uno spazio vuoto che permetta di crescere: "[…] Lo spazio é una matrice: il luogo dello sviluppo personale. Il dono più importante del futuro terapeuta é la sua capacità di dare al paziente uno spazio per crescere" (Brazier 1995/2000). Si considerano importanti per i danzaterapeuti questi momenti di condivisione che sgorgano dal bisogno di fare in sé il vuoto. Secondo Bion la capacità di ricordare ciò che il paziente ha detto é parallelo alla capacità di dimenticare affinché "[…] ogni seduta sia nuova, una situazione sconosciuta e soprattutto non sia oscurata da pregiudizi o da concezioni erronee (Bion 1962).
La Supervisione individuale e di gruppo é una risorsa fondamentale perché permette al terapeuta di prendere coscienza delle diverse dinamiche della relazione terapeutica. Nella documentazione dei casi clinici metteremo in evidenza i vissuti della danzaterapeuta riguardo alle problematiche fondamentali dell'essere umano: sofferenza, solitudine, paura della malattia e della morte.la Supervisione é un momento in cui la persona é aiutata a restare sulla cosa, a mantenerla nella coscienza il tempo necessario affinché non sia rimossa. Il setting stesso della supervisione restituisce al terapeuta una modalità per ri -acquisire il suo corpo, ovvero riappropriarsi di sensazioni, di emozioni, di pensieri che gli appartengono e che si modificano con il lavoro con gli utenti e grazie alla Supervisione. Le Supervisioni divengono in questi casi momenti di mirroring, di empatia, di condivisione verbale e non verbale. Permettono di comprendere i processi interni/esterni (embodiment, attunement) e di attivare una regolazione emotiva che spesso é in relazione con il posizionamento stesso del Danzaterapeuta in rapporto alla sua attività ma anche alla sua vita.
C'é un'intenzione specifica che guida la scelta dei documenti e degli apporti teorici ed é quella di privilegiare tutto ciò che permette un'integrazione tra le scoperte del mondo occidentale nel campo della neuro-fenomenologia e delle neuro-scienze e la dimensione cosmologica estremo-orientale, più precisamente relativa alla Medicina Cinese. Una lettura Oriente-Occidente é congruente alla non-separazione tra mente e corpo e alla continuità individuo-ambiente. Da un punto di vista fenomenologico il mondo é la materializzazione della nostra soggettività. Il rapporto tra l'uomo e il mondo é talmente intimo che é un errore separarli; se lo facessimo l'uomo smetterebbe di essere uomo ed il mondo di essere mondo. (Van Den Berg, 1955, p.40). Secondo Damasio (2010): "La vita delle cellule si svolge in universi straordinariamente complessi che, da un punto di vista formale, assomigliano per molti aspetti al nostro universo umano elaborato".
Nel contesto della Medicina Cinese: Cielo e Terra hanno incrociato i loro influssi per fare gli uomini (Larre, La Vallée, 2009). Si tratta di un nodo in queste associazioni di scambi strutturali (Bergeron, 1986 p.97). L'uomo é un incrocio di Soffi tra il Cielo e la Terra e gli adepti della Via sono capaci anche anziani, di conservare la loro integrità corporea (Larre, La Vallée, 2009 p.35).
Nel caso di pazienti molto anziani e non autosufficienti il setting previsto dalla danzaterapeuta, Valentina Bellinaso[1], tiene sempre conto dell'integrazione macrocosmo/microcosmo in una continuità interno/esterno, sentimenti/movimenti della natura. Ciò fa parte del bagaglio culturale della sua formazione: ciò che lei vive a livello intra-psichico é messo in relazione a livello inter-soggettivo durante la Supervisione e durante la pratica quando le emozioni si sviluppano in movimenti che sono a loro volta delle risposte a degli stimoli emozionali. Momenti intensi di emozione estetica ma anche momenti in cui la comparsa dell'oggetto di relazione (Thaon, Lecourt) in modo completamente inatteso permette ai ricordi di prendere forma, ri- attualizza i vissuti , permette ale angosce di uscire e di trasformarsi, essendo elaborate e condivise.
Il focus di questa Tesi sono 5 momenti di Supervisione in Danzaterapia che saranno presentati come specchio degli avvenimenti.
[1] La Tesi si basa sul lavoro di Supervisione effettuato con Valentina Bellinaso riguardo al lavoro nella RSA di Merate, in particolare ci si riferirà alla relazione terapeutica con Serafina, un'ospite di 103 anni.
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